L’artrosi è una patologia complessa nella quale si verifica una degenerazione del collagene che compone le cartilagini articolari causandone un assottigliamento. Questo provoca una nuova apposizione di tessuto osseo, che determina dolore e rigidità articolare.È una patologia molto frequente. È infatti presente nell’80% dei soggetti oltre i 65 anni di età anche se risulta essere sintomatica solo nel 25% di questi.

Esistono numerosi fattori di rischio dell’artrosi:

età
sesso femminile
obesità
osteoporosi
attività fisica usurante (lavorativa o sportiva)
familiarità

In base alla causa possiamo distinguere due tipologie di artrosi:

l’artrosi primaria (o idiopatica), nella quale non esiste un evento scatenante;
l’artrosi secondaria, che si manifesta a seguito di situazioni particolari come traumi, displasie ossee, osteonecrosi, morbo di Paget o patologie sistemiche (diabete, obesità).

 

Che cos’è la gonartrosi (o artrosi del ginocchio)?

A questo punto andiamo nel dettaglio mettendo a fuoco come l’artrosi può colpire l’articolazione del ginocchio.

La gonartrosi può interessare uno dei tre compartimenti articolari del ginocchio oppure tutti e tre. La zona più colpita è quella che coinvolge il compartimento mediale.

L’artrosi del ginocchio è generalmente monolaterale e, all’esordio, è monocompartimentale, quando interessa l’uomo adulto. Si riscontra spesso in seguito a meniscectomia o precedente trauma.

Come riconoscere i sintomi della gonartrosi?

L’insieme di sintomi che contraddistingue la gonartrosi viene definito a Poussè, ossia, chi ne soffre tende ad avere dei periodi di peggioramento alternati a un miglioramento della sintomatologia.

La caratteristica principale è il dolore, generalmente è il primo sintomo lamentato dal paziente ed è anche lo stesso che lo porta dal medico.

É un dolore che nelle fasi iniziali insorge dopo l’attività fisica e regredisce con il riposo, nelle fasi avanzate è invece sempre presente e tende a diventare più importante con il movimento.

Un sintomo cardine è la rigidità articolare che si manifesta dopo il sonno, o un riposo prolungato, e regredisce con il movimento. Questo differenzia l’artrosi da altre artropatie infiammatorie come l’Artrite Reumatoide.

Un altro importante segno dell’artrosi è la disabilità articolare, ossia la limitazione funzionale dell’articolazione intesa come perdita dell’articolarità (del movimento della stessa). Questa può anche non esser accompagnata dal dolore e può esser dovuta a degli osteofiti (ponti ossei di nuova apposizione a livello articolare, che fisicamente limitano il corretto movimento della stessa) o a una rigidità in seguito a fibrosi della capsula articolare che perde di elasticità limitando i movimenti.

Come lo sport influisce sulla gonartrosi

Prima di parlare del ruolo dello sport nello sviluppo della gonartrosi, bisogna fare una differenza tra l’attività sportiva “ludica” e il lavoro sportivo usurante, tipico dell’agonista o del professionista.

L’attività sportiva ludica non rappresenta un fattore predisponente allo sviluppo della gonartrosi e dell’artrosi in genere, anzi numerosi studi hanno messo in evidenza come questa possa, al contrario, essere un fattore protettivo dal suo sviluppo e l’attività sportiva non agonistica viene anche impiegata a scopo terapeutico nelle forme iniziali/lievi di artrosi.

L’attività sportiva usurante tipica del professionista, al contrario, rappresenta un fattore di rischio importante per lo sviluppo della gonartrosi sopratutto per certe categorie.

Si è visto, infatti, che sollevatori di pesi e calciatori hanno un maggiore rischio di sviluppare questa patologia.

Alcuni studi prospettivi effettuati su due gruppi di soggetti sani (sportivi agonisti e non) hanno evidenziato che gli agonisti, in assenza di lesioni (sia ossee che cartilaginee), manifestano dei quadri radiografici tipici dell’artrosi durante il loro periodo di attività.

Tuttavia, l’artrosi non diventerà di tipo clinico (quindi con la sintomatologia) e con il tempo l’aumento del rischio non è superiore rispetto ai loro coetanei, in cui hanno avuto maggiore incidenza altri fattori di rischio quali peso, età e sesso.

Da questi lavori sono stati esclusi però i soggetti che hanno subito eventi traumatici, come la rottura del crociato o del menisco.

Il quadro cambia, infatti, quando si prendono in esame anche questi soggetti, dove si evidenzia che l’instabilità articolare aumenti considerevolmente il rischio dello sviluppo di artrosi.

In sport come il calcio, in alcuni casi può capitare di fare dei cambi di direzione veloci che possono andare a sollecitare eccessivamente strutture come i crociati o i menischi.

Negli sport di contatto si possono accusare dei colpi, subire delle torsioni. Nel sollevamento pesi la grande richiesta funzionale può portare a una sindrome femoro-rotulea la quale può causare la gonartrosi.

È quindi vero che lo sport può essere un fattore predisponente per l’artrosi, ma solo perché è accompagnato da un maggior rischio di eventi traumatici.

Come trattare la gonartrosi?

Il trattamento dell’artrosi di ginocchio ha tre obiettivi:

ridurre il dolore,
migliorare o mantenere l’attuale funzionalità articolare
ridurre la disabilità.
La scelta del trattamento è condizionata, oltre che dalla gravità del quadro, anche dalle aspettative funzionali del paziente.

Nelle forme lievi di artrosi, nel paziente anziano, è bene preferire un approccio conservativo con una terapia a base di analgesici. In questo caso vengono impiegati Fans e Coxib, alternando periodi terapeutici a periodi di riposo.

Si può ricorrere anche a infiltrazioni articolari a base di acido ialuronico e cortisonici, con lo scopo di ridurre l’infiammazione locale e migliorare la viscosità del liquido articolare, questo consente alle articolazioni di lavorare con meno attrito.

Una lieve attività fisica o la fisioterapia sono sempre consigliate per migliorare la rigidità articolare.

Si può ricorrere anche all’uso di terapie fisiche quali la Tecar, la Tens o gli ultrasuoni che:

alleviano il dolore,
migliorano la capacità di riparazione dei tessuti,
diminuiscono la rigidità.
Anche l’uso dei tutori è ormai centrale nel trattamento della gonartosi lieve, sopratutto nel soggetto giovane e sportivo che vuole continuare la sua attività fisica, ma ormai stanno assumendo un ruolo centrale anche negli anziani.

È stato dimostrato come l’utilizzo di tutori di ginocchio articolati riduca il movimento di adduzione del ginocchio, diminuendo il dolore e conseguentemente aumentando la qualità della vita del paziente. Aumenta la rigidità articolare nei movimenti di distrazione che potrebbero arrecare ulteriori danni articolari.

Sono allo studio dei tutori articolati pneumatici, che sembrano migliorare la funzionalità articolare anche nelle gonartosi più avanzate, al momento, però, non ci sono però evidenze riguardo la loro efficacia.

La terapia chirurgica è da riservare solo ai casi più gravi e in pazienti che hanno ancora una moderata richiesta funzionale, in questi casi l’approccio da preferire è la sostituzione protesica.