La diffusione del nuovo coronavirus respiratorio umano (SARS-CoV-2) è diventata rapidamente un’emergenza sanitaria globale, causando milioni di vittime in tutto il mondo. I trattamenti farmacologici ad oggi fronteggiano l’emergenza ma non riescono ancora a contenerla, nell’attesa di un vaccino utile per il COVID 19. Da qui la necessità di opzioni mediche sempre più varie e sempre più valide per contrastare l’attuale epidemia. A questo proposito, la “Fondazione Pascale” di Napoli, sotto la supervisione del professor Gerardo Botti, ha realizzato la ricerca su un innovativo approccio terapeutico pubblicata sulla prestigiosa rivista “Frontiers in Immunology”.

Ne ha parlato a Radio Bussola uno dei ricercatori della Fondazione Pascale nonché collaboratore dei Centri Verrengia, il biologo Giuseppe Palma. Hanno fatto parte del team di ricerca anche Teresa Pasqua (Unical), Giovannino Silvestri (Università del Maryland) e Ennio Avolio (Università Tor Vergata).

“Evidenze cliniche su COVID-19 hanno di fatto dimostrato il sostanziadle aumento dei fattori pro-infiammatori nei polmoni durante infezione – ha spiegato Palma – E’ ormai noto che il virus colpisca a lungo termine anche il sistema nervoso centrale. Attualmente, ci sono pochi approcci antivirali e diversi farmaci alternativi che necessitano di continui approfondimenti e trial clinici. Tra questi i ricercatori ne hanno identificati due, ossia l’Idelalisib e l’Ebastina, già proposta per alcune patologie delle vie respiratorie e delle malattie allergiche. Il potenziale farmacologico è estremamente interessante ed in continua evoluzione. Infatti, gli inibitori della fosfoinositidil 3-chinasi d (PI3Kd), unitamente all’ebastina, conferiscono la capacità di sopprimere il rilascio di citochine pro-infiammatorie, come IL-1b, IL-8, IL-6 e TNF-a, dai linfociti T. Questo può rappresentare una scelta terapeutica facoltativa per COVID-19, riducendo le reazioni infiammatorie e la mortalità, consentendo ai pazienti di recuperare più velocemente. “

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